Il Tirreno ha più di 140 anni di vita. La sua nascita, infatti, con la testata “Il Telegrafo”, porta la data del 29 aprile 1877 e avviene su impulso e volontà di un fervente garibaldino, Giuseppe Bandi.
Perché “Il Telegrafo” acquisti nuova forza e vitalità, bisognerà attendere il 1923 quando, finito sotto il controllo della famiglia Ciano e poi affidato alla direzione di Giovanni Ansaldo, diventerà l’organo politico di Galeazzo Ciano, potente ministro degli esteri e genero di Mussolini.
Chiuso dagli alleati nel 1944, riappare il 28 gennaio 1945 rifondato da Athos Gastone Banti con una nuova proprietà e una nuova testata diventando per la prima volta, “Il Tirreno”.
Nel 1963 la testata viene ceduta alla famiglia Busi e nel 1967 al gruppo Monti che nel 1976, chiude il giornale e liquida l’impresa.
Dopo un anno e mezzo di autogestione, il quotidiano passa all’Editoriale L’Espresso che ne recupera la testata «Il Tirreno», ne cambia il formato in tabloid e ne affida il rilancio a Mario Lenzi e a Pier Augusto Macchi. Negli anni successivi, e soprattutto con le direzioni di Luigi Bianchi, dal 1983, e di Sandra Bonsanti, dal maggio 1996, «Il Tirreno» cresce in copie e autorevolezza spingendosi dalla naturale area di diffusione della costa tirrenica alla Lunigiana, fino a Empoli, Pistoia, Montecatini e Prato. Oggi «Il Tirreno» è diffuso in otto province della Toscana nella maggior parte delle quali ha da tempo conquistato la leadership.
Dal maggio 2003 la direzione è affidata a Bruno Manfellotto che ne ha rafforzato il radicamento in tutta l’area di diffusione.
A giugno 2009 il testimone della direzione è passato a Roberto Bernabò che ha dato un forte impulso allo sviluppo digitale del giornale, facendone una delle testate più innovative del panorama nazionale, per poi passare nel 2014 a Omar Monestier, nel 2016 a Luigi Vicinanza e infine nel 2019 a Fabrizio Brancoli.
Da dicembre 2020 Il Tirreno ha un nuovo editore: il gruppo Gruppo SAE (Sapere Aude Editori) e un nuovo direttore: Luciano Tancredi.
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